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La Storia:
chi è Sant’Efisio
Sant’Efisio nacque nel 250 d.C. a Elia Capitolina, una città vicina ad Antiochia, in Asia Minore. Orfano di padre, Efisio fu cresciuto dalla madre Alessandra, un’aristocratica che lo educò al paganesimo e lo introdusse alla corte dell’imperatore Diocleziano. Protetto dall’imperatore, Efisio si arruolò nei Pretoriani, diventando ufficiale e ricevendo l’incarico di combattere i cristiani, considerati una minaccia per lo Stato romano.
Tuttavia, la sua vita cambiò radicalmente durante una marcia verso sud, quando un bagliore improvviso lo accecò e una voce divina gli disse: “Sono il Cristo, colui che tu perseguiti”. In quell’istante, una croce si impresse miracolosamente sul palmo della sua mano destra. Questo evento prodigioso portò Efisio a convertirsi al Cristianesimo e a farsi battezzare a Gaeta.
Dopo la conversione, Efisio fu inviato in Sardegna per affrontare le popolazioni ribelli dell’entroterra. Prestò servizio prima a Tharros, poi a Nora, ma nonostante gli editti anticristiani emanati da Diocleziano, iniziò a predicare apertamente il Vangelo, raccogliendo attorno a sé un gruppo di fedeli. Arrivò persino a scrivere all’imperatore, esortandolo ad abbandonare gli dei pagani e a convertirsi al Cristianesimo.
Questo atto di sfida costrinse il governatore Iulio a convocarlo a Cagliari, dove gli fu intimato di rinnegare la sua fede. Efisio rifiutò e, per questo, fu imprigionato in una caverna che oggi si trova sotto la chiesa di Stampace. Qui subì terribili torture: fu flagellato, bastonato e bruciato, ma nessuna sofferenza riuscì a fargli rinnegare la sua fede.
Infine, Sant’Efisio fu condannato a morte. Il governatore ordinò la sua decapitazione, temendo una rivolta popolare a Cagliari. L’esecuzione avvenne il 15 gennaio 286 (o secondo altre fonti, nel 303) sulla spiaggia di Nora, dove Efisio divenne un martire della fede cristiana.
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“Custu barbaru infiammau A vista de tanti passienzia Os fulminat sa sentenzia D’essi in Nora degugliau: E de su Xelu animau Offreis su zugu preziosu”
Perchè lo invochiamo…
Nel 1652 la Sardegna era vittima di una terribile epidemia di peste, la Municipalità di Cagliari decise allora di fare un voto perpetuo al Santo che, prima di essere giustiziato, aveva promesso di proteggere Cagliari e i suoi cittadini. Il voto consiste nel portare in solenne processione il simulacro del Santo da Cagliari a Nora, luogo del suo martirio sotto la supervisione dell’Arciconfratenita.
La processione a Nora esisteva già, ma la Municipalità volle dare una dote annua di 100 scudi d’argento per poterla solennizzare maggiormente. Il secondo voto, in ordine cronologico, è quello che viene sciolto ogni Giovedì Santo, per cui la statua di Sant’Efisio, vestita a lutto, con mantello nero e pennacchio
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La Festa di S.Efisio raccontata nelle immagini